Domenica 30 ottobre 2016

fontegiustaÈ nata da una fruttuosa collaborazione tra la Kamullia Onlus e l’associazione Le Mura di Siena la passeggiata di domenica 30 ottobre pensata per ripercorrere le vecchie mura, e non solo, della parte nord della città, alla ricerca di luoghi del nostro territorio che vediamo, ma spesso non osserviamo con attenzione.

Questa è stata l’occasione per assaporarne la bellezza e conoscerne la storia. La giornata di sole e il piacevole tepore ci hanno accompagnati per un viaggio di circa due ore e mezzo in cui si sono succedute quattro guide. I loro racconti si sono sviluppati come in una staffetta, ma anche uniti, arricchiti l’uno con l’altro. Siamo partiti accompagnati da Mauro Civai, che non ha bisogno di presentazioni, dalla Fortezza medicea, dal bastione San Domenico e abbiamo conosciuto la storia di questo imponente, quanto bellissimo quadrilatero bastionato, commissionato da Cosimo I de Medici all’architetto Baldassarre Lanci da Urbino dopo la conquista di Siena nel 1555, e dopo che era stata distrutta la prima Fortezza spagnola di don Diego De Mendoza più a nord. Il baluardo conosciuto anche come “forte di santa Barbara”, patrona di tutte le opere militari, conteneva all’interno alloggiamenti, magazzini, ma anche era, e lo sarà per lungo tempo, un deposito di armi, circondato da un fossato pieno d’acqua. Non potevamo quindi non andare a scoprire anche l’interno di uno di questi bastioni, quello della Madonna. L’occasione è stata la visita alla mostra temporanea “Le fortezze militari degli Antonelli: XVI-XVII secolo”, promossa dall’Ordine degli Architetti PPC senese, in collaborazione con la Fondazione Amigos del Castillo de Montjuich di Barcellona, il dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e il Comune di Siena. Gli spazi, fruibili e restaurati, hanno permesso non solo di godere della mostra, ma anche far ricordare ai tanti istriciaioli presenti vari aneddoti legati a quel posto, in particolare alla frequentazione del freddo spogliatoio del famoso “campino” da calcio. Ad aspettarci l’architetto Marina Gennari, che ci ha fatto conoscere, attraverso le fotografie presenti alla mostra, l’opera della prestigiosa dinastia di ingegneri militari degli Antonelli, originari di Gatteo, in Emilia Romagna, che al soldo dei re di Spagna, disseminarono di solide e bellissime costruzioni militari il centro e il sud America, ma anche tanti altri paesi, portandosi dietro la tradizione costruttiva delle fortezze medicee: da qui il filo conduttore della nostra passeggiata. Infatti proprio da Siena partirono le contaminazioni che il capostipite degli Antonelli, Juan Bautista, ebbe intorno alla metà del XVI secolo, essendo uno degli ingegneri militari impegnati, per conto di Cosimo I, nella guerra tra Firenze e Siena.

Usciti, abbiamo attraversato il piazzale della fortezza, non senza scambiarci i ricordi legati alle cene della vittoria, ci siamo fermati di fronte all’Asilo Monumento, punto focale per la ricostruzione della storia delle vecchie mura. Siamo scesi lungo la strada che dal tribunale porta a Fontegiusta, osservando antichi reperti e ascoltando da Mauro Civai la storia legata a via del Romitorio e il vicolo di Malizia.

Da qui il testimone è passato all’architetto e contradaiolo Flavio Collini, che ci ha accompagnati prima a visitare l’antica porta di Pescaia, a sinistra guardando l’arco, ormai chiusa e inglobata nella chiesa di santa Maria in Portico a Fontegiusta e poi ci ha condotto attraverso il vicolo di Fichereto fino alla Magione, soffermandoci sulle tante storie legate ai templari e alle costruzioni erette intorno alla chiesa per accogliere i pellegrini, facendoci osservare, attraverso le architetture, i cambiamenti che si sono susseguiti nelle epoche e i particolari, come la feritoia nel muro della casa che si affaccia sul campino della Magione, testimonianza della presenza dell’ospizio.

Passando da via Malta siamo arrivati alla chiesa di San Pietro alla Magione, sulla via Frangigena, al ricordo dei tanti vicoli chiusi su Camollia e abbiamo proseguito lungo le mura di Via Campansi fin dentro alla Commenda e infine a Villa Rubini, accompagnati dalla guida del presidente dell’Associazione Le Mura, Duccio Nello Peccianti, che ci ha illustrato i progetti dell’associazione per la conservazione di questo tratto di mura, arricchito dalla torre di guardia che si affaccia su un panorama mozzafiato di Siena.

Un’esperienza unica alla scoperta di parti del nostro territorio che tutti i giorni vediamo, ma che riserva sempre dei particolari affascinanti al di là dei quali troviamo una storia che ci ricorda quanti uomini abbiamo passeggiato lungo questi percorsi prima di noi.

Egina Duchini