Venerdì 28 aprile 2017

chigianaIl 28 aprile per un gruppo di soci della Kamullia Onlus si sono aperte le porte dell’Accademia Chigiana, a noi istriciaioli particolarmente cara. Durante la visita, una guida ci ha accompagnati nelle stanze del palazzo, purtroppo alcune erano sottoposte a lavori di manutenzione e quindi non visitabili, motivo in più per ritornare, e ci ha illustrato non solo la storia del palazzo e quella della musica, ad esso strettamente legata, ma anche gli innumerevoli tesori custoditi al suo interno.

Il palazzo, antico nucleo medioevale voluto dalla famiglia Marescotti, fu edificato sulla via Francigena e ampliato nei secoli successivi. Nel XVIII secolo fu acquistato da Bernardino Saracini, ma fu l’erede Galgano Saracini che lo dotò di opere d’arte preziose e rare dando vita alla collezione che ancor oggi possiamo ammirare. Nel 1877 il palazzo venne ereditato dal nipote, Fabio Chigi con l’obbligo di aggiungere il nome dei Saracini a quello della famiglia Chigi e nel 1906 tutto passò nelle mani di Guido Chigi Saracini, musicista e uomo di vasta cultura, che decise di farne un’accademia di musica. Qui il Conte Guido Chigi Saracini ospitava talentuosi musicisti e divenne per loro un mecenate. L’Accademia Musicale Chigiana divenne presto un modello di cultura, valorizzazione e promozione della musica. Ancor oggi musicisti provenienti da tutto il mondo frequentano, dopo un duro esame, le aule del palazzo per i corsi e la sede accoglie la stagione dei concerti invernali tuttora denominata, dal motto della famiglia Chigi, Micat in Vertice, ma anche un ricco cartellone estivo.

Il percorso tra le stanze del palazzo ha svelato gli innumerevoli tesori conservati, dipinti, sculture, opere di arte minore, mobili, ceramiche, porcellane, costumi, medaglie, in gran parte proprietà della Fondazione Accademia chigiana e della Banca del Monte dei Paschi di Siena, un ampio patrimonio arricchitosi negli anni.

Tra le più suggestive, la stanza rossa dove il Conte ascoltava i concerti che si tenevano a palazzo, in maniera riservata e intima, lontano dal pubblico e da qui apriva l’applauso. Un personaggio eclettico che amava circondarsi di musicisti, i ricordi dei quali sono tangibili in ogni stanza. Un uomo che apprezzava l’arte proveniente da varie parti del mondo e tempi diversi.

Abbiamo poi visitato le aule dove ancor oggi si svolgono le lezioni di musica. Un’emozione trovarsi tra le opere del Beccafumi, del Sodoma, Marco Pino, Andrea del Brescianino, Rutilio Manetti, tra consolle e busti e mobili intarsiati. Il gruppo si scambiava sguardi sbalorditi per tutta quella ricchezza che non pensavamo di trovare, gli stessi sguardi che avranno i musicisti che qui svolgono le loro ore di lezione di piano, di composizione, ecc.

Il Conte, appassionato anche di fotografia, ha raccolto e conservato il suo lavoro, che abbiamo avuto la fortuna di poter osservare con curiosità ed entusiasmo grazie ad un progetto che vuole valorizzare questa vena artistica del Conte. Le riproduzioni delle sue foto “Panoramica Kodak” di luoghi di Siena e dintorni, di viaggio e sulla sua esperienza in guerra come autista di ambulanze rivelano la figura più intima del Conte Chigi Saracini. Il punto di vista del fotografo svela la parte più umana, ironica e sensibile di quest’uomo eclettico, amante della musica e soprattutto della sua città che ha saputo valorizzare creando un gioiello come quello dell’Accademia Chigiana.

 

Egina Duchini