ArchivioIstrice   B056La prima notizia storica risale al 998; nel 1322 vennero affrescati i sepolcreti del primitivo portico ed il refettorio situato al piano superiore, fu inoltre costruita la loggia interna, poi restaurata nel 1939 insieme al fabbricato con la loggia esterna adiacente alla piazzetta con pozzo in via Malta; la Cappella cinquecentesca, detta di “San Donnino”, fu terminata nel 1526.

Difficile è potere precisare l’epoca della costruzione della Chiesa di San Pietro alla Magione. Certo è che la sua origine si può trovare in relazione a quello spirito di carità che arse nei petti degli uomini i quali attendevano, per il fatidico anno 1000, la remissione di tutti i loro peccati. Appunto intorno a questa epoca, il Borghini pone la prima notizia della chiesa, pur non suffragando ciò con documenti probativi. Egli infatti, nell’ambito delle donazioni ad enti religiosi, chiese e conventi, sostiene che nell’anno 998 i Conti Bernardo, Ranieri e Gualfredi, fratelli, e la contessa Guilla, loro cugina, donarono alla chiesa fiorentina quella di San Pietro in Camollia, con sue case e vigne.

In un atto del 29 maggio 1148, stipulato “Extra portam de Camullia prope domum Templi” (“Fuori dalla porta di Camollia vicino la casa del Tempio”), Rinaldo Passalacqua e tale Bacculo vendono allo Spedale di Camollia un pezzo di terra. Tale atto indica la presenza dei Templari, i quali, istituiti pochi anni prima, nel 1118, secondo la regola di San Benedetto, si erano celermente propagati in tutto l’Occidente per quegli ideali di fede e di umanità che essi professavano e di cui è profondamente permeato quel secolo. L’Ordine si insediò nella Chiesa di San Pietro nei primi decenni del duecento, assumendo così il nome di “Mansio Templi“, la Magione appunto (dal latino mansio e dal francese maison). Con l’espandersi della città a nord, i Templari acquisirono sempre maggiore importanza ed alla chiesa vennero aggiunte altre costruzioni sul retro, con il muro di cinta che andava dall’attuale via Malta alle mura cittadine.

Dopo la soppressione dei Templari, nel 1312, la chiesa e tutti i suoi beni passarono all’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, conosciuti dapprima come Gerosolimitani e poi come Cavalieri di Malta, con il titolo di Commenda. La Magione raggiunse in questo periodo il suo maggiore splendore, quando appunto vennero affrescati i sepolcreti del primitivo portico ed il refettorio situato al piano superiore; fu inoltre costruita la loggia interna tutt’ora visibile e ben restaurata nel 1939, allorquando si intervenne anche sulla loggia esterna prospiciente la piazzetta con pozzo nella ricordata via Malta.

La chiesa di San Pietro alla Magione presenta i caratteri del romanico senese ma è il risultato di numerosi interventi che, nei secoli, ne hanno modificato l’aspetto. Già nel Trecento le due aperture in facciata – ora visibili solo dall’interno – furono tamponate e sostituite da un unico portale centrale in stile gotico; il timpano ad archetti è ascrivibile al XX secolo (1903). Addossata al fianco sinistro della chiesa vi è la cappella dedicata alla Presentazione al Tempio della Vergine Maria, detta di San Donnino, iniziata nel 1523 e terminata nel 1526. Intorno al 1623 la cappella fu data in uso agli istriciaioli che ne fecero la loro prima sede. Alcuni documenti del 1600 attestano che la Contrada aveva cura diretta di questo oratorio ove veniva eletto il Priore e dove, nei giorni festivi, cantavano l’Uffizio alla Madonna.

Neli 1700 la Contrada dell’Istrice decise di lasciare l’uso della cappella e di trasferirsi a Fontegiusta. Tale scelta non significò “l’abbandono” della chiesa da parte della Contrada, la quale decise di svolgerci, nel maggio 1980, la cerimonia di conferimento del titolo onorifico di “Sovrana”. Questo ci fa capire quanto importante sia per tutti gli Istriciaioli questa chiesa che si trova proprio nel cuore del rione. Non a caso, ogni anno, in occasione della Festa Titolare in onore di San Bartolomeo, proprio nella piazzetta esterna al lato della chiesa, dove si trova la fontanina battesimale realizzata da Vico Consorti nel 1962, vengono effettuati i battesimi contradaioli.

Bibliografia:
Ascheri M., La Chiesa di San Pietro alla Magione nel terzo di Camollia a Siena, Siena, Cantagalli, 2001.
Borghini V., Vescovi e chiese di Firenze, tVI, p. 262.
De Colli S., La Magione del Tempio, in “Bollettino della Società degli amici dei monumenti”, ed. 1957.
La Chiesa della Magione, in “L’Aculeo”, periodico della Contrada Sovrana dell’Istrice”, n. 2, 1980.
Masotti F., La Chiesa della Magione, in “L’Aculeo”, periodico della Contrada Sovrana dell’Istrice, n. 3, 1992.
Torriti P., Tutta Siena Contrada per Contrada, Ed. Bonechi, Firenze, 1988.

Note: Tra il 1937 ed il 1957 la Magione subì un restauro piuttosto pesante, su disegno dell’architetto Egisto Bellini, durante il quale vennero ripristinati il portico e la loggetta interna e venne ricostruito l’antico campanile a vela. L’interno della Chiesa, a unica navata, è interamente in pietra. In una nicchia è venuta alla luce una sinopia raffigurante la Madonna e angeli recentemente attribuita alla scuola del Vecchietta. Alle pareti sono visibili affreschi provenienti dal refettorio con storie bibliche e cristologiche, opera di Cristofano di Bindoccio. In un attiguo locale, adibito a sepolcreto dei Cavalieri, un loculo con affreschi di ispirazione lorenzettiana che rappresentano le Stimmate di San Francesco e Sposalizio con la Povertà. Nell’arcosolio del locale si può vedere anche una Madonna col Bambino e Santi datata 1370.

Autore scheda: Contrada Sovrana dell’Istrice, Margherita Groppa e Claudia Pappadopulo